Notizie dalla Prima Municipalità

Tra  i  Cortili   del   Quartiere: Viaggio tra realtà storica, sociale e urbanistica; denominazioni e curiosità.

pag-3Accanto alle numerosissime Corti e cortili  privati, non  censiti in Toponomastica, la cui unica indicazione è il numero civico della strada, ma al cui interno si aprono immensi spazi con decine di abitazioni terrane –esistenti nel territorio della Prima Municipalità Catanese, ritroviamo lo spirito e l’intraprendenza, unitamente all’arguzia e liscìa etnea, tipica, e  unica, nelle denominazioni che ancora si riesce a leggere.

Basta prendere un semplice stradario per accorgersi che esiste un Cortile Gallinaccio e poi un cortile Canarino, così pure il Cortile Anguilla, ed ancora il Rondinella, o il Capinera.

Altre denominazioni di riguardo sono il Cortile Pace, il San Pantaleone, il Benevento e non potevano mancare quelli dedicati alle Arti, Mestieri e Invenzioni, quali il Cortile Fuochisti, o quello delle Carroz-ze, il Massara, il Gammazita (annoverato tra le storie o leggende).

Certo, curiosità e modi di dire o vivere rappresentano il Cortile Quattro Corrole, il Rifugio, il Breve, il Cortile Banca (pare esistesse una organizzazione dedita al gioco della Riffa – alias scommesse  clandestine…), ma abbiamo anche individuato e visitato, come gli altri, il Cortile Sparavito, il Due Sbocchi, il Galileo ed il Toro, il Giobbe, ed il Cuntrò, il Cortile Collegio ed il Castro, il cortile Croce e quello Delle Grazie, il Giove, il Rubinetto ed il Cortile Palle (…mah ! ). Non esaustive le indicazioni ma possiamo continuare con i Cortili Della Verbena, Magnolia, Maura, Tre Uscite, Caliò, Guanto, Mancuso, Cona, Pispisella, Tavano, Giove, Palao, Todaro, Pergola, Borea, Fanale, Laudani, Giuliano, e Doberdò.

Bastano ad indicare uno stato di aggregazione sociale, che sin dai  tempi passati hanno configurato e dimostrato uno stato di condivisione di spazi pubblici, modelli di vita ispirati a genuina, pura, solidarietà, continue interrelazioni, non vincolate, ma sempre aperte a nuove interpretazioni.

Oggi siamo alla ricerca di un convivere partecipato, di una dinamica di gruppo quale azione gemmatica di un nuovo processo di vita sociale e culturale, di un nuovo vivere collettivo che sappia di antico e moderno. Condivisioni, aperture, conoscenze, scambi di informazioni, di curiosità, ricette, notizie, sembrano lontano mille miglia dalla odierna realtà, ma una volta, ed ancora oggi, all’interno dei cortili, queste abitudini sono al-l’ordine del giorno, senza bisogno di Amministratori Condominiali…

Mentre adesso, ahimè, c’è gente che pur abitando nello stesso pianerottolo non si conosce, né si saluta. E l’educazione civica non si  insegna più a scuola (Agenzia educativa in crisi)…

Superata, quindi, la novità della riscoperta di tali spazi, occorrerebbe orientare le scelte politiche verso obiettivi di rivitalizzazione sociale.

Questa ritengo sia la PRIMA NECESSITA’ nella nostra PRIMA MUNICIPALITA’, o per meglio dire: perché non muovere dall’esistente recuperato e, promuoverlo al ruolo di pilota culturale e sociale della città, quale nuovo modus vivendi?

E’ una opportunità da esaminare bene perché potrebbe indicarci nuove vie in una irripetibile tensione civica tra il “già ed il non ancora”.

Vogliamo rifletterci un po’?

 

                                                                                                                                                     Piero   Privitera

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