Vediamo un po’ … (6)

La mensile rubrica “Vediamo un po’…” questo mese deve fare spazio a qualcosa di più grande, urgente, impellente e fondamentale per la sopravvivenza di tutto il creato, ovvero  

                                                      LAUDATO SI’           

Le recenti notizie diffuse, i tentativi di “aggiustare il mondo, il creato e ciò che ci è stato donato” da parte della piccola Greta ed i movimenti che sono sorti, la sensibilizzazione a chi ci governa e le varie giornate e manifestazioni indette ci obbligano ad una profonda riflessione in merito.

Per il resto anche dalle nostre parti, la mancata igiene urbana, la precaria raccolta differenziata, le giornate di sciopero degli addetti alla raccolta e smaltimento, la chiusura, seppur temporanea della discarica, ci invitano, nostro malgrado, ad una seria analisi della situazione.

Il procurato malessere alla cittadinanza nasce dal pericolo di trasmissione di vettori, portatoti di infezioni, stante l’elevata temperatura di questo periodo ed il loro proliferare, “invitati” dall’enorme quantità di rifiuti che giacciono in ogni angolo della città. Il tutto inversamente proporzionale alle conclamate dichiarazioni di miglioramento del servizio N.U. – che non fa il pari con l’aumento della tassazione imposta alla cittadinanza. Ma tant’è e ritorniamo alle nostre riflessioni di cui al tutolo che abbiamo indicato.

In alcuni paesi mediterranei, ci sono dei cantori che con poche note e poverissimi strumenti riescono a fermare la Vita di chiunque, possono, cioè, spostare l’attenzione su quello che non vogliamo vedere, pur esistendo … da sempre, sin dalla Creazione.

Mi ispira e mi intriga il retro della copertina di “Laudati Si” di papa Francesco, che sembra un testamento: “uniamoci per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo ciò che di buono vi è in essa, verrà assunto della Festa del Cielo”.

Ci esorta a camminare insieme a tutte le creature, cercando il Padreterno, il quale non fa mai mancare  le grazie necessarie a chi lavora per il bene comune, perché questo “essere umano”, non sente più la natura, nè come valida norma, né come rifugio vivente. Paradigma di giustizia, pace, amore e bellezza invocati quale Speranza dettata dalla Sapienza, ne è il Cantico di San Francesco, che con acqua, terra, vento e fuoco, insieme a tutte le creature, non possono essere considerate un bene comune senza proprietario: perché “Sono Tue o Signore, amante della Vita” … (Sap.11,26). Ora, non è che noi siamo da meno dei cantori mediorientali … infatti: “… e l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi, la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi, uccelli che volano a stento, malati di morte: il freddo interesse alla Vita ha sbarrato le porte. Un’isola intera ha trovato sul mare una tomba

Il falso progresso ha voluto provare una bomba … poi pioggia che toglie la sete alla terra che è Vita, invece le porta la morte perché è radioattiva … Eppure il Vento soffia ancora, spruzza l’acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie e bacia i fiori, li bacia e non li coglie … (Pierangelo Bertoli – rip) – oppure Modugno con la sua “Meraviglioso”  …ma come non ti accorgi di quanto il modo sia meraviglioso … o ancora Franco Battiato con “La Cura” … Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore. Dalle ossessioni delle tue manie … supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce, per non farti invecchiare e guarirai da tutte le tue malattie, perché sei un essere speciale ed io avrò Cura di Te…”

Insieme ad artisti, cantautori, studiosi, religiosi, comuni cittadini, genitori, politici, attenti osservatori del sociale da anni ci chiediamo che tipo di mondo stiamo lasciando a coloro che crescono … a distanza di tempo i problemi sono ancora lì, semmai incancreniti ed aggravati.

Le prospettive sono che nel 2050, così continuando in mare ci sarà più plastica che pesci. E già l’uomo per via della catena alimentare ingurgita metalli pesanti, non metabolizzati dai pesci, cibandosi di loro … Il bene comune, il creato, tutto ciò che abbiamo ricevuto in dono va rispettato, preservato, custodito, tutelato, con un comune sforzo da parte di Tutti. Se la gente non si unisce è finita, ed a questo aggiungerei che un gruppo vocale e strumentale, gli Inti Illimani, negli anni settanta del secolo scorso, nato nell’ambito del movimento della Nueva Cancion Chilena, cantava: “La gente Unita, mai sarà aggredita” … e il Salvatore Quasimodo autore di “E come potevamo noi cantare”, meglio intesa come “Alle fronde dei salici” non è stato un caso avere ottenuto il Premio Nobel …

L’esclusivo profitto e guadagno industriale, l’abbandono di rifiuti tossici e nocivi per la salute umana non garantiscono una migliore qualità di Vita. A distanza di anni, ancora ci chiediamo, cos’è cambiato d’allora ? I tempi del Pretore Amendola a Roma o di Ninni Condorelli ad Augusta, con i loro interventi, autentici baluardi giuridici, contro gli interessi della Politica e dell’Economia, che ancora oggi si scambiano le accuse e le colpe per la povertà ambientale ed il degrado dei territori, fecero storia e scalpore. E dopo molti anni ancora ci ritroviamo con Papa Francesco che esorta ed invita a “Procedere con sollecitudine il cammino intrapreso della bonifica del creato”, benedicendo l’accordo di Parigi alla Conferenza ONU sul clima.

La Terra, il Creato Tutto ci appartengono, ma ci precedono. Tutto ci è stato donato, dunque farci carico di ciò che ci è stato affidato ci induce e coinvolge a fare fronte comune, non solo il presente o i presenti, ma anche le future generazioni, innestando un processo di Giustizia, dal momento che ciò che abbiamo, che disponiamo, lo abbiamo avuto in affido ed appartiene anche a coloro che verranno dopo di noi … Lottiamo in prima linea, tutti, soltanto così potremo rendere Vita e Società più accoglienti.                                                                                                                                                                                                                                                                                            Piero Privitera

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