Una riflessione sulle periferie

I recenti fatti accaduti  a Tor Sapienza nella periferia di Roma, devono farci riflettere sulle condizioni di vita e di emarginazione nelle periferie delle grandi città.

Lo scontro sociale che si è verificato negli ultimi giorni, evidenzia il malessere che serpeggia in queste aree degradate strette da emergenze da affrontare: malavita, spaccio, case occupate abusivamente.

Gli immigrati che popolano le nostre periferie, non possono divenire alibi per certa politica. E’ pur vero che si scontano anni di abbandono, ma anche l’effetto di politiche sbagliate. Il Governo deve immediatamente agire per favorire programmi di integrazione e di ospitalità, per ridurre la disoccupazione dilagante e far ripartire l’economia.

Attendiamo gli effetti del Job Act, dopo l’approvazione delle Camere, per verificare se vi è vera ripresa.

La nostra società diventa sempre più multirazziale.

Gli immigrati possono essere una risorsa se non fosse per il rancore che accende guerre dei poveri e micce razziali, che così ci  allontana dai quei valori che hanno sempre contraddistinto la nostra società, quali la tolleranza, la solidarietà, l’accoglienza, l’aiuto, l’integrazione..

Le periferie diventano polveriere se non si interviene nel tessuto sociale, con le politiche attive del lavoro per contrastare la disoccupazione, la criminalità, la sicurezza e la legalità, con la realizzazione di servizi efficienti per migliorare la qualità della vita, con interventi strutturali per dare un volto diverso e dignitoso a queste brutte periferie.

Eppure e’ da almeno trenta anni che parliamo di periferie, denunciamo le condizioni di disagio, auspichiamo interventi risolutivi, che molte volte sono stati realizzati, ma sprecati dall’incuria e dalla non collaborazione tra le Istituzioni. Nonostante tutto restano là dove sono, restano tali, con la loro vitalità, le loro potenzialità, ma con i problemi di sempre.

 

Le periferie sono una risorsa.

Proprio così una risorsa, tanto da diventare un volano per le città se ci fosse continuitànei progetti di recupero e riqualificazione del territorio, se le risorse non si esaurissero, lasciando incompiute e degrado.

Le periferie diventano risorse se si interviene sulla grande umanità che popola queste aree con progetti culturali ed educativi, con le scuole, con le Parrocchie, con la formazione al lavoro.

Lo Stato,le Regioni e i Comuni dovrebbero investire sulle periferie migliorando “l’effetto citta’’’. Si dovrebbe evitare l’isolamento, favorire l’integrazione a tutti i livelli, migliorare la mobilità e i collegamenti.

Allora perché non delocalizzare nelle periferie servizi, uffici, scuole superiori, facoltà universitarie, allocate quasi sempre nei centri delle città che favorirebbero l’integrazione e sarebbero un volano per l’economia della zona  ?

 

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Orazio D’Antoni

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