Io Uomo e la Casa comune

Ogni  inizio di nuovo anno il nostro mensile presenta un tema portante da approfondire: così è stato per la Sapienza (2013), la Carità (2014) e la Famiglia (20125).

Stavolta riteniamo imprescindibile, rimettendo la palla al centro, una nuova tematica, per una giusta convivenza: La casa comune, nei suoi tre aspetti, ovvero politico, sociale, religioso.

La Terra,il Creato, il globo terracqueo, ci precedono. Tutto ci  è stato donato. E la recente enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune ci invita a farci carico di ciò che ci è stato affidato. Non scopro l’acqua calda se insisto sul concetto che il Bene Comune coinvolge non solo il presente, ma anche le generazioni future. E qui si  innesta un Principio di Giustizia, dal momento che ciò che abbiamo, disponiamo, che abbiamo avuto in affido, appartiene anche a coloro che verranno dopo di noi.

“Proseguite con sollecitudine il cammino intrapreso”, così Papa Francesco ha benedetto l’accordo approvato a Parigi dalla Conferenza ONU sul clima,per contrastare il surriscaldamento del pianeta. Un accordo da molti definito storico,nel segno di una solidarietà che diventi sempre più fattiva.

Anni fa, con un manipolo di giovani, quasi tutti studenti liceali all’ultimo e penultimo anno, ed alcuni operai, portammo in scena una rappresentazione, raffigurata, recitata, cantata e musicata, due volte solamente; non per mancanza di interessi, stimoli, provocazioni e riflessioni, ma per mantenerne l’esclusività, l’originalità,l’unicità del genere.

Si trattava della visione profetica dei guasti provocati dall’inquinamento a tutti i livelli: atmosferico, ambientale, umano, della catena alimentare, a tutela della natura, con passaggi e denunce su droga, aborto, missionarietà, guerra, fame, buco dell’ozono, povertà…. “Che tipo di mondo stiamo lasciando ai nostri coetanei ed a coloro che crescono”? Era la domanda esistenziale che si ponevano questi giovani. A distanza di anni questi ragazzi sono diventati, chi Sacerdote salesiano, chi Capo Redattore della Gazzetta dello Sport, altri ancora Docenti Universitari e Primari, chi Preside della Facoltà di Medicina a Trieste.  Qualcuno è rimasto operaio ed un altro ha perduto financo il lavoro….  Le ragazze invece sono diventate mamme, mogli, poliziotte, una emigrata negli USA per ..amore. Tutti, però, motivati dalle inspiegabili dinamiche delle affinità elettive e l’Amore per il Bene Comune. Ardore giovanile? Chissà.

Con il contributo di elementi sociali, di ricerca culturale, grafica e proiezione di immagini cruente, aprivano il  lavoro inneggiando agli IN TI ILLIMANI,gruppo vocale e strumentale cileno, nato nell’ambito del movimento della  Nueva Cancion Chilena : l’inno era “La gente unita, mai sarà aggredita…”(contro la dittatura), proseguivano musicando il Nobel  Salvatore Quasimodo con la sua “E come potevamo noi cantare….”, meglio intesa come “Alle fronde dei salici”, elaborata con una struggente nenia siciliana che richiama il Venerdi Santo di Pasqua (contro la guerra), condannando l’esclusivo principio economico del guadagno industriale (contro l’inquinamento marino ,l’abbandono nel sottosuolo di rifiuti tossici e nocivi), ed elevando infine con preghiere, sentimenti di rispetto per i simili, quale unica speranza, per una qualità di Vita, ed un mondo migliore.

L’opera rappresentata venne intitolata  “Io UOMO…”.  Si  completava con un lirismo cantato, fornito da due poesie musicate originalmente  “Malgrado il male” e “ Un giorno egli partì”.

Adesso ci chiediamo cosa sia cambiato a distanza di anni da questa denuncia-teatrale in chiave Recital-Musicale, con testi e canzoni di propria produzione, tolti dalla circolazione, ma rimasti impressi nella mente e nei cuori dei protagonisti e degli spettatori, del San Filippo Neri – mitico Oratorio catanese.

La Politica, l’Economia ancora tendono a scambiarsi reciprocamente le loro colpe per la povertà ed il degrado ambientale odierni, allorquando con una visione più ampia e libera, già annunciata anni addietro, presentammo i pericoli  dei  guasti a cui si andava incontro. Le riflessioni gioiose e drammatiche, presentate, meritano un grosso Grazie e devote preghiere, affinchè l’uomo moderno abbia a scoprire il valore di ogni cosa. Di ciò che ci circonda.

E’ stato un onore lavorare con voi ragazzi. Mi è doveroso, seppure a distanza di anni, un pubblico riconoscimento e ringraziamento per le profonde, tenaci, simbiosi e sintonia, che travalicano le distanze, offrendo così un’autentica appartenenza, che  appaga i nostri ideali, facendoci approdare ad una costellazione di fratelli pensatori liberi.

Un GRAZIE ai protagonisti Paolo Caltabiano, Giampiero Leanza ,Aldo Carrà, Annarita e Raffaele Reina, Renato Raiti, Ettore Rapisarda, Maurizio Nicita, Concetto Scalora, Sergio Caripoli, Giovanni Laudani, Mario Calì, Cettina Sapienza, Sara Di Stefano, Rossella Condorelli  e un abbraccio a Don Pippo Costa, Direttore del Centro Giovanile ,divenuto nel frattempo Direttore L.E.V.-Libreria Editrice Vaticana,ovvero l’Editore di Papa Francesco.

Seguono foto dell’epoca.

                                                                                                                                                         Piero  Privitera

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