i Cattolici e la Politica

“La politica necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”. Con questa riflessione di Benedetto XVI, ripresa in diverse occasioni anche dal Card. Bagnasco, don Piero Sapienza, responsabile della Pastorale sociale della Diocesi di Catania, prendendo spunto dal suo libro “Cattolici e Politica”, ha aperto l’incontro-dibattito, organizzato dall’Unione Ex-allievi Don Bosco della Salette, sul tema “I cattolici e la politica.

Una rinnovata stagione di partecipazione”, svoltosi nella sede dell’Istituto salesiano San Giovanni Bosco della Salette.

In un momento storico nel quale il quadro politico italiano presenta forti elementi di problematicità a tutti i livelli, l’iniziativa del presidente dell’Unione Exallievi della Salette Salvatore Caliò di riunire attorno a un tavolo esponenti del mondo cattolico per riflettere sul futuro dei cattolici nella politica è apparsa opportuna.  Lo ha anche sottolineato nel suo intervento di presentazione dell’incontro Orazio D’Antoni,  che  ha evidenziato la grave decadenza di ideali politici e la dilagante disaffezione dei cittadini alla politica auspicando nuove forme di coinvolgimento e partecipazione democratica quali gli ‘’osservatori territoriali’’e gli’’ incontri di formazione sociale’’ con le realtà ecclesiali territoriali.

Don Piero Sapienza ha sottolineato come nell’ambito del mondo cristiano i cattolici abbiano perduto il loro peso specifico in termini di valori lasciando prevalere gli interessi partitici, e non riuscendo a mantenere una unità trasversalmente sui principi basilari della dottrina sociale cristiana dando luogo a una vera e propria diaspora che li ha condotti a collocarsi in molteplici schieramenti politici. Da qui l’esigenza di creare in Italia laboratori socio-politici, forum e movimenti di ispirazio-ne cristiana con l’obiettivo di fare rete, per proporre alle città un nuovo programma politico volto al bene comune. Questo rinnovamento della vita sociale e politica, ispirato al popolarismo sturziano, ha aperto una riflessione su nuove linee-guida da seguire, che don Sapienza ha voluto richiamare e condividere con i presenti nel corso dell’incontro ponendo un interro-gativo centrale: è necessario ricompattare la presenza dei cattolici in un nuovo partito capace di rispecchiare fedelmente i valori cristiani, oppure le istanze della fede cristiana possono essere rintracciabili in un’unica collocazione politica?

Sollecitati dalla riflessione, Francesco Ingoglia, Adelaide Curcio e Mimmo Costanzo, hanno partecipato con favore e spirito costruttivo al dibattito esprimendo diversi punti di vista e opinioni fornendo il loro contributo. Angelo Rosano, si è professato favorevole ad accogliere “volti nuovi” protagonisti di una rinnovata stagione politica cattolica, mostrando invece diverse perplessità circa l’unità dei cattolici in un partito unico. Alfredo Petralia ha sottolineato come la base da cui ripartire per formare nuove figure di leader politici e di organizzazione di laici cattolici, sia la ricostituzione di scuole di formazione per lo studio in particolare della dottrina sociale cristiana, da cui estendere il confronto con altre impostazioni ideali, in vista della ricerca delle vie per il raggiungimento del bene comune. Enzo Isaia ha parlato di “principi non contrattabili” della dottrina cattolica, mentre Nunzio Camuto ha sottolineato l’importanza del dialogo dei cattolici con tutte le parti sociali e politiche.

Nelle conclusioni don Piero Sapienza, riprendendo l’appello di Benedetto XVI, ha proposto l’identikit del politico cattolico: competenza e professionalità, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio-politico, rispetto per la legalità, no al clientelismo, coerenza etica personale e azione politica rivolta al bene comune della città. Come quadro di riferimento ha indicato un modello di democrazia deliberativa che permetta alla società civile di riappropriarsi degli strumenti partecipativi alla vita della città e di rilanciarsi nella definizione di politiche concrete.

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