W S. Agata … perché Vive in noi

Come ogni anno, dagli inizi del mese di Febbraio, in giro con parenti,amici e conoscenti,mi ritrovo ad illustrarne  storia, leggende, aneddoti e percorso su  S.  AGATA, le candelore e la processione delle reliquie, della terza festa solenne del mondo intero. Non è assolutamente un obbligo, né dovere per la nostra  mensile testata, ma ritengo utile riportare quanto il nostro “occhio” del  I°  Vicariato Urbano, riesce ad ammirare su “La festa di S. Agata”-ai miei amici e conoscenti, farà piacere rivivere alcuni momenti trascorsi insieme; ben ricordano, infatti, che gran parte di essa si sviluppa all’interno del nostro  Diocesano territorio.

Già da una settimana antecedente la Festa, i preparativi fervono, le luminarie sono pronte, l’organizzazione  ed  il Comitato dei Festeggiamenti hanno ben  lavorato, subito dopo l’Epifania, per mettere a punto ogni cosa necessaria, affinchè tutto possa procedere nel migliore dei modi. L’afflusso dei devoti, con il bianco sacco e “scuzzetta”, i fedeli cit-tadini, turisti, studenti, Autorità Civili, Religiose e dell’Ordine Pubblico sono  stati allertati da continue ed accese insegne nelle strade, nelle botteghe, nei negozi, manifesti, locandine, brochure, pubblicazioni del Programma e quant’altro.

L’Amministrazione Comunale con il Sindaco in testa il  2 Febbraio , da diversi anni, procedono alla assegnazione della Candelora d’Oro, un ambìto riconoscimento a chi si è distinto a livello Nazionale per gli  indiscutibili meriti. E quest’anno è toccato al grande Rosario Fiorello, showman nazionale, nato, è vero, a Catania, ma,  fin da giovane, vissuto ad Augusta (SR).  Il simpatico siparietto improntato a braccio del premiato, ha riscaldato i convenuti, prima dell’inizio dei solenni festeggiamenti, avvenuto con l’accensione della lampada votiva, posta nell’atrio del Palazzo Municipale, a cura dell’Arcivescovo. Le caratteristiche candelore, alcune, già presenziavano la Piazza del Duomo ed il corteo degli sbandieratori in divisa d’ordinanza, annunciavano, uscendo dal Municipio, il prossimo appuntamento: i Vigili del Fuoco che recano il loro omaggio floreale alla Statua di S. Agata, posta in alto, sopra l’ingresso principale della Cattedrale.

Alle ore 20,00 in punto tutto è pronto ed il Vigile incaricato, sale sino ai piedi della nostra raffigurata Patrona, al suono delle sirene  dell’automezzo recante la lunghissima scala. Un “occhio di bue” -faro e fascio di luce- illumina la scena e l’immancabile applauso degli astanti ne suggella l’omaggio, mentre i  fuochi pirotecnici ed il grande schermo, dinnanzi a Palazzo dei Chierici, completano la cerimonia, con  botti ed immagini su le Mostre ed i Musei aperti  in questo periodo. L’insistente pioggerellina non infastidisce affatto i cittadini convenuti a gremire la piazza del Duomo. Transenne ed addetti al servizio d’ordine tenevano a debita distanza tutti, onde evitare spiacevoli sorprese ed eventuali incidenti. Un bel  Viva S.Agata … campeggia, illuminato, sulla sommità di Porta Uzeda.

L’indomani, e già siamo al   3 Febbraio , il programma prevede l’offerta della cera alla Santa Patrona, da parte di cittadini, Parrocchie, Rettorie, Corporazioni, Autorità Civili, Religiose e Politiche, Seminaristi, Parroci e Presbiteri  Diocesani, Confratelli di altri ordini religiosi e rappresentanti di Cavalieri e Dame degli Ordini del Santo Sepolcro e del Sovrano Militare Ordine di Malta. Presenti, alla offerta della cera, anche altri Ordini Cavallereschi,sebbene non riconosciuti dal Vaticano, ma apprezzati dalla Diocesi. Gran folla di fedeli e cittadini accompagnano il rito, nonostante il cielo plumbeo, che inizia con mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia, per via della decisione assunta dal Comitato Organizzatore, stante il tempo minaccioso di pioggia. In ogni caso parte la processione, si muove la Carrozza del Senato (l’antica berlina conservata all’interno dell’atrio comunale e tenuta in perfetta efficienza) trainata da quattro bianchi cavalli, con al seguito altra piccola carrozza, tirata da due cavalli, entrambe con a bordo Sindaco, Presidente dell’attuale Consiglio Comunale, Assessori e l’immancabile, questa volta ragazzina, invitata dal sindaco, come ogni anno,  riconoscente, per la testimonianza e  l’amore – devozione dei più piccoli.  Giunte le autorità  a S.Biagio -Chiesa in Piazza Stesicoro sede della “Carcaredda” o  Fornace, ove S.Agata subisce il martirio del fuoco- inizia la solenne processione, sino alla cattedrale con l’Arcivescovo, benedicente, al centro con il nostro Vicario Foraneo Mons.Smedila, accanto, e  tutto   il Clero. La conclusione del rito avviene con il solenne ringraziamento del Te Deum all’interno della Cattedrale.  W  S.Agata … perché  è  Viva davvero.  

Ed eccoci quindi giunti alla famosa “Sira o’ tri” –la sera del 3 febbraio- con il ricevimento (olivette verdi e torrone, vermouth e dessert a conclusione della cerimonia) offerto da parte dell’Amministrazione cittadina alle Autorità. Famosissima ed attese, cerimonia dei fuochi e le sorprese della ditta incaricata -I “Vaccalluzzo”- che stavolta  si superano e andando oltre ogni nostra sincera aspettativa, coreografano i fuochi con una inaspettata e spettacolare “danza dell’acqua”-con giochi graziosi a formare ora un cigno, ora uno zampillio di sorgenti, evoluzioni, con acqua e fuoco, luci ed effetti tanto ammirati  e, fuoruscenti da un’enorme vasca sistemata al centro della Piazza Duomo. Tutto all’interno del Programma che si apre con i Canti  in onore a S.Agata  e che, intervallati dai  botti descritti e dai giochi pirotecnici e sorprese varie, riprendono il loro programma musicale, dopo tali effetti scenografici. Unica nel mondo tale rappresentazione in omaggio a S.Agata tra fuochi spettacolari e le meravigliose Magie- Pirotecnico-coreografiche. Bene tutto ciò,ma adesso  volete una chicca? Eccovela: abbiamo sorpreso  il nostro Sindaco, compiaciuto, che con la sua mano batteva il ritmo musicale sulla balaustra del balcone  centrale del Municipio, con accanto l’Arcivescovo e le altre Autorità: grande partecipazione la sua a corollario di quella dell’immensa folla accorsa ad ammirare tutto. Che serata! Bocca aperta e naso all’insù dominavano la scena: il tutto ripreso da telecamere, inviate da tante TV locali e nazionali e dai  “droni” …W  S.Agata…

Il    4 Febbraio  -già in piena notte -i cittadini vegliano dietro l’ingresso principale della Cattedrale, ove attendono la riapertura e, a ben  prepararsi per il prelievo delle sacre reliquie dal sacello, ove sono in atto sono deposte, per l’intronizzazione del busto reliquiario sull’altare maggiore e la successiva Santa Messa dell’Aurora, che puntual-mente inizia alle sei del mattino, officiata dall’ Arcivescovo Metropolita. Grida d’esultanza, all’apparire della Santuzza e dello Scrigno contenente altre parti del corpo, perfettamente conservati, dei fedeli e cittadini accorsi. Il refrain è il solito: “Semu Tutti devoti Tutti?  Cittadini,  Evviva S.Agata!”- replicato  dall’antico  rituale  “Cittadini, Cittadini, Cittadini: Evviva S.Agata!”…intanto, a qualcuno già manca la voce…. Molto disciplinatamente, partecipata e ricca di sentimenti devozionale è la sacra funzione; l’uscita dei devoti dalla Chiesa, altrettanto. Lunghissima la teoria di persone, ben oltre le previste ed accreditate 2500 presenze -giusta Circolare Gabrielli- per i grandi avvenimenti come questo.

L’enorme affluenza, parimenti in piazza Duomo, fa ritardare di mezz’ora l’uscita della Varetta di  S.Agata  e  dello Scrigno, che finalmente, portati a spalla dai devoti addetti, vengono issati e posti sul Fercolo, appositamente preparato e piazzato lì davanti, con pedane, tavole e suppellettili, tutto è pronto per il nuovo accoglimento della nostra Santuzza. Garofani rossi (segno del giorno del martirio) addobbano l’argenteo Fercolo. L’omelia del buongiorno viene proclamata dal parroco della Cattedrale, con la consegna di S.Agata ai cittadini e, finalmente  inizia il giro esterno, attraverso Porta Uzeda e Via G.B.Dusmet, ove all’angolo con Via Porticello, l’Arcivescovo si reca in omaggio devoto a S.Agata, con un mazzo di fiori. Si riparte, per gli Archi della Marina, con i treni in transito, sopra, che salutano con le loro sirene, e già le candelore sono giunte alla Civita, tra bambini e famiglie festanti, balconi abbelliti con luminarie e festoni, grandi drappi recanti la “A “ di Agata, incorniciano i davanzali delle abitazioni in tutta la Città.

Una peculiarità: non si contano le decine e decine di camion, che almeno ogni ora, sono pronti a scaricare il pesante Fercolo, dalle immense donazioni di cera …questo è uno dei motivi dell’imprescindibile ritardo sulla tabella di marcia. Anche per questo W S.AGATA ...perchè assolutamente  Viva  tra  i  fedeli.

Piazza dei Martiri, Viale Libertà, Piazza Iolanda -soste, offerte, donazioni, pianti, lacrime, commozioni, sensazioni di sincera ammirazione per una ragazzina, poco più che adolescente che aderisce totalmente a Cristo, rinunciando e resistendo tra atroci sofferenze e martirii alle volontà del proprio aguzzino e persecutore Quinziano.

Via Umberto, Via Grotte Bianche, Piazza Carlo Alberto, con ulteriore sosta alla Chiesa  Basilica del Carmine (anche qui pare ci fosse una tomba che accolse S.Agata -esattamente accanto- ovvero all’interno della canonica- in atto caserma militare Santangelo Fulci). Omaggio dei Frati che guidano la Rettoria della Chiesa e si riparte per Piazza Stesicoro, laddove è prevista -more solito, sui luoghi del martirio- l’Omelia dell’Arcivescovo.

Grandi preparativi, frattanto, per l’imminente Salita dei Cappuccini, ormai sempre a passo d’uomo, come le altre salite del resto …ma che a metà della “acchianata”  il Fercolo viene bloccato perché di fronte al Santo Carcere dove S.Agata venne rinchiusa. Sacro luogo prospiciente una piazzetta con al centro un albero d’ulivo, testimone -racconta la leggenda- che inizialmente si trattava di ogliastro-pianta selvatica- e che S.Agata, ivi tradotta, inciampando sulle radici aeree, ne permise …il fruttificarsi divenendo pianta d’ulivo (da qui le famose olivette verdi di S.Agata)…W S.Agata perchè ancora Vive  in  tutti  noi.

Si riparte e svoltando a sinistra si giunge alla sommità della salita per sostare, infine, a S.Agata La Vetere, prima cattedrale cittadina, ove un sarcofago, bene esposto ne testimonia la sua prima deposizione. Sosta del Fercolo, dei portatori e devoti, per consentire la celebrazione, guidata dal Vicario Foraneo del territorio Mons.Smedila, della recita dei Vespri …ma un altro particolare emerge: l’incontro tra il Vicario Foraneo del territorio  citato, ed il Salesiano Don Giuseppe Costa, Emerito Direttore della Libreria Vaticana (per i profani, l’Editore del Papa!), recentemente rientrato in città – anch’egli colpito da sincera commozione, l’indomani …ammessa al sottoscritto, come dire, anche i religiosi piangono davanti a cotanta bellezza di Fede, genuinamente espressa. Dopo la sosta si riparte per Via del Plebiscito, tra piccole soste, spari e fuochi dei quartieri popolari, sosta davanti l’Ospedale Vittorio Emanuele, ancor prima davanti alla  ex rimessa dell’AMT, ai Cappuccini, al Ponte della Casa  Santa Grazia, prima di Piazza Risorgimento, per  ridiscendere sino in Piazza Palestro -ove, al centro, viene girato il Fercolo ed indirizzato verso il cimitero per un omaggio a tutti i defunti. Solenne i fuochi pirotecnici in questo quartiere-attesi, come negli altri posti- da un anno.

Giù per S.Cristoforo, lungo la Via Plebiscito e con la “Calata della Marina”, a passo d’uomo, sotto l’unico Arco, dove il Fercolo riesce a passare, all’interno della Pescheria catanese, ed il breve tragitto di Via Dusmet, attraversa nuovamente Porta Uzeda, stavolta controsenso, rientrando in Cattedrale dopo quasi 24 ore di tragitto, tra pioggia, freddo, stanchezza e devozione, ma soddisfatti per avercela fatta ancora una volta. W S.Agata  che già oggi ricorre la Tua  Solenne FESTA- essendo il 5 Febbraio!

Una piccola parentesi mi sia consentita. Tutto quanto abbiamo vissuto è bello, affascinante, sicuramente da ammirare, ma ci chiediamo a chi dire Grazie per questo? Forze dell’Ordine, Comitato  Organizzatore, Amministrazione Comunale, Diocesi? Personalmente a qualcuno che in incognito, svolge un ruolo delicato, di vigilanza e sicurezza e che incontro sempre, ovunque e dovunque: si chiama Gianni di nome, il cognome lo ometto. Lo esegue da 27 anni -da quando è stato assunto come Vigile Urbano al Comune di Catania- si tratta di un Amico mio- conosco la moglie e la figlia, i parenti pure. Lo vedo alla inaugurazione di mostre, musei, a controllare, seguire, sempre con discrezione, in borghese, se vengono Ministri, Presidenti di Paesi esteri e di Repubblica, Parlamentari ed Ospiti d’Onore. Gianni è sempre presente. Ovunque necessita e dunque non potevo non incontrarlo per la Festa della Santa Patrona a seguito del Fercolo, in mezzo al lungo cordone trainante, accanto al Presidente Emerito del Comitato, ad aprire la portiera della Carrozza del Senato al Sindaco, alla processione per l’offerta della cera. Non dorme per quattro giorni di fila -approfitta delle soste programmate- per ritemprarsi e ripartire. Sapevate che durante il tragitto ci sono famiglie che li accolgono questi nostri fratelli vigilanti in incognito? Se gli va di farsi una doccia, di mangiare un boccone… di sedersi per un paio di minuti appena. Questa si che è vera devozione e non soltanto lavoro. Senza di loro non so se davvero possa esserci Festa. Segno di  inappuntabile ospitalità e di garanzia per l’incolumità la loro presenza discreta. Grazie Gianni e grazie ai colleghi che non conosco, ma che sappiamo essere presenti per noi, tutte le volte che necessita vigilanza e sicurezza.

Ed eccoci giunti al    5 Febbraio   -giorno del Solenne Pontificale Presieduto dal Cardinale Gualtiero  Bassetti,  Arcivescovo metropolita di Perugia – Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Sveglia di primo mattino per i catanesi che numerosi accorrono a prendere posto in Cattedrale. Il Corteo della Processione Liturgica introitale verso il Duomo, viene formato nel grande cortile  Arcivescovile composto dal Card.Emerito Romeo, Arcivescovi e Vescovi, Canonici metropolitani, Vicari episcopali e Foranei, presbiteri, diaconi e seminaristi, Cavalieri e Dame del  S. Sepolcro e dello SMOM. Bellissima coreografia in Piazza Duomo con le tredici candelore sistemate a giro, intorno all’Elefante sormontato dall’obelisco. Giudiziosa l’idea del collegamento con le reti televisive nazionali e della possibilità per i non udenti di partecipare grazie  ad un interprete Lis. Come dire si attenzionano sempre le eventuali migliorie da apportare, in seno alla Festa.  Finita la Solenne Cerimonia, l’appuntamento è per tutti nel pomeriggio, ed alle 16,00 inizia la S.Messa presieduta dal vescovo di Patti, Mons.Giombanco. Subito viene sceso il Busto reliquiario di S.Agata dal tronetto e portato a spalla dai devoti designati sino all’ingresso della Cattedrale. Fuochi d’artificio accompagnano tale rituale che prosegue con la sistemazione dello Scrigno e del Busto sul Fercolo, appositamente sistemato e stavolta addobbato di bianchi Garofani (ascesa in cielo di S.Agata).

Alle 17,45 dopo lunghissime donazioni, offerte e preghiere, comincia a muovere il giro interno della Festa, con una leggera pioggerellina che si intensifica, rendendo viscido il terreno, già premunito di segatura, per via della colatura dei grossi ceroni accesi dai devoti, che li recano sulle loro spalle, percorrendo l’intero tragitto. Le candelore  avanzano e posteggiano davanti il Giardino Bellini, passa un’ora e finalmente il nostro Sindaco, scendendo da Palazzo degli Elefanti, omaggia con un fascio di fiori bianchi la “Santuzza”. Dopo le 20,00 arriva alla Basilica Collegiata o S.Maria dell’Elemosina, altri  riti (il contatto dello stendardo dell’Associazione dei devoti di S.Agata col Fercolo, omaggio e scambio di fiori). Altro scambio e omaggio floreale, sotto il Palazzo del Governo, a cura del Prefetto  e lentamente si riprende il percorso -non smette di piovere- teli e fogli  trasparenti di plastica ricoprono il Busto reliquiario, il Capomastro del Fercolo ed il Parroco del territorio,anch’egli sul Fercolo. E’ mezzanotte allorquando si arriva al Giardino Bellini e si inizia il percorso per Via Caronda, dove in piena notte si assiste ad una scena tra le più commoventi e carica di sentimenti devozionali di tutta la Festa, dinnanzi alla Chiesa della Mercede. Stanchi e stremati i portatori dei ceroni accesi, giacciono seduti a terra privi di forze  e infreddoliti. Ha smesso di piovere quando arriva barcollando col proprio cerone acceso  sulle spalle un genitore che, colpito a lutto per il proprio figlio, ha voluto ugualmente affrontare il percorso  con grande senso di appar-tenenza e di sincera devozione: ecco che tutti, all’unisono,  pregano, scendono le lacrime all’intera folla accorsa e tremante per l’emozione – nessuno escluso!

W S. AGATA….soprattutto  per questo miracolo di spontanea aggregazione.

In  piena notte, altra  sosta al 224 di Via Caronda, sede delle Figlie di Maria Ausiliatrice: preghiere ed omaggi, offerte e donazioni e …finalmente all’alba S.AGATA è in Piazza Cavour-Al Borgo , per i Catanesi -laddove aspettano una fantasmagorica successione di fuochi d’artificio. Puntualmente col naso all’insù si gioisce. Non c’è freddo, ma l’aria frizzantina che scende dal vulcano, anch’esso col sacco per la recente nevicata, fa “imbacuccare” tutti, devoti e cittadini, portatori e turisti, passanti e astanti. Alle prime luci dell’alba si ritorna scendendo per Via Etnea, dove poco prima delle ore 8,00 si arriva in Piazza Stesicoro (pesco un Amico mio, insegnante e docente di Lettere all’I.T.I.” Archimede” che fotografa la S.Agata  che sembra sorridergli sul Fercolo-ndr)… prima delle 9,00 si arriva ai Quattro Canti e si decide se far percorrere la Classica Salita di S.Giuliano (nel frattempo le strade si sono asciugate dalla pioggia notturna…). Attente consultazioni e viene dato finalmente l’O.K. -tanto sperato- e tra il tripudio dei presenti inizia la salita, che si arresta a metà per far girare il Fercolo.

E’ lenta  la manovra, ridiscendono i cordoni e allontanando i fedeli viene girata, meccanicamente, la “Vara” come viene chiamata dai cittadini, per andare a fermarsi alle 9,45 davanti alla cancellata della Chiesa di S. Benedetto, laddove da qualche ora il Cappellano delle Suore nonché Vicario Episcopale per la Cultura, Mons. Gaetano Zito, attendeva. Bellissimo, poco prima, il lancio di fiori bianchi, da parte di ospiti turisti, sul Fercolo, che anticipava la discesa verso le Monache di clausura dell’Adorazione Perpetua. Il silenzio la fa da padrone, si sentono volare le mosche e la tanto attesa cerimonia inizia. La breve Omelia di Mons.Zito, ”inquadra”la figura di S.Agata con un pensiero diretto ai giovani ed alle donne vittime di violenza, interrotto da sincero applauso, conclude con “Non voglia il Signore che il bianco sacco dei devoti venga macchiato …(il riferimento è a Quinziano)”, un ultimo accenno alla Bellezza di Agata e giù ancora applausi e conclude con un “S.Agata prega per noi”. Alle 10,03 inizia il Canto delle suore Benedettine dell’Adorazione perpetua, magico momento tanto atteso. E’ il canto d’Antifona in Gregoriano “Stans Beata Agatha-ancora applausi ed ecco che grazie  ad un celebre campione sportivo e nazionale di Rugby, il grande Lo Cicero, facendo da ala, una suora di clausura riesce a passare per andare a consegnare l’omaggio floreale, sotto il Fercolo. Subito ricambiata con altro fascio di fiori. Il saluto del Vicario Episcopale col classico triplice invito “Cittadini…” replicato da tutti con l’ “Evviva S.Agata” conclude davvero l’antica cerimonia. E pensare che una volta tutto ciò avveniva in piena notte alta… W S.Agata… ancora una volta.

Si riparte ed alle 10,25 il cordone riesce a fare arrivare il Fercolo in Piazza Mazzini; suonano le campane, del Duomo,  in festa e per sollecitare il rientro. Ulteriore manovra per consentire la discesa per Via Garibaldi e affannati arrivano gli ultimi ritardatari con il classico più gettonato della Festa : “Unni è arrivata a Santa?”… Stavolta mi piazzo davanti alla Cattedrale e mi accorgo dei preparativi di alcuni devoti che corrono alla “Casa Vara”, per prelevare pedane, tavole, attrezzi e manette atte a consentire le operazioni di discesa del Busto e dello Scrigno e smontaggio del Fercolo. Ondeggia il cordone ed alle 10,45,inizia l’ultimo tratto del Fercolo, dopo avere ricevuto gli ultimi omaggi floreali, di cera, di offerte e imploranti preghiere di grazia e di aiuto. Allo scampanio continuo, per il rientro, si contrappone il comune sentimento di fedeli e devoti, insieme con i cittadini, che vorrebbero prolungare al massimo il tempo di rimanere accanto a S.Agata….

Si avvicina l’ “Arrivederci … Sant’Aituzza”, il cordone è entrato in Cattedrale, sono le 11,00 e centinaia di mani si protendono per cercare di farsi donare i fiori che abbelliscono il Fercolo…..(un classico del finale della Festa).

Sono passate 17 ore ed uno sventolio di fazzoletti bianchi accompagna il rientro di S.Agata che davanti al sagrato viene girata verso i devoti e la Città, per l’ultimo  saluto.  Ciao Agata!  Gli altri fuochi d’artificio completano la festa esterna. Entra il Busto e scoppiano a piangere i fedeli, vorrebbero “toccarlo”, avere un contatto con Sant’Agata. Non è coreografia, né magia, ma qualcosa di più vero e intenso, mistico, di spontaneo, di religiosa devozione, di empatia, di simbiosi con una sorella più piccola, con una Santa che l’Eterno accoglie, con una ragazzina catanese incoronata e che gode della Gloria Celeste, per avere scelto non le agiatezze della vita terrena, ma la morte in Santità che diventa Vita Eterna. Non per nulla viene voglia di cantare ancora.. l’Inno a S.Agata…”Tu che splendi in Paradiso….”  W  S. AGATA.

Sotto l’Altare Maggiore della Cattedrale, con una preghiera finale e ringraziamento ai devoti e portatori, si conclude la Festa del 2018, ma, per alcuni minuti ancora è possibile ammirare S.Agata, al colpo d’occhio sorridente, e fare stemperare la commozione e le lacrime con la promessa di rivederla per l’Ottava e per il 17 Agosto -anniversario della traslazione delle spoglie- per i catanesi  “Sant’Aita di menzu Austu”.

Aperto il sacello, finalmente possono procedere gli addetti ed i responsabili alla sistemazione dello Scrigno e del Busto reliquario, all’ interno della “cammaredda”, protetta da robuste chiusure e dalla inferriata dell’altare, per evitare il ripetersi di spiacevoli episodi  di molti anni addietro che qualcuno ancora ricorda con  “ A Sant’Aita prima  s’arrubbanu  e appoi ci ficiru i canceddi di ferru…”  – W S.AGATA …anche per quest’ultimo insegnamento.  Vera   – M.S.S. H.D.E.P.L.  –  Mentem  Sanctam  Spontaneam  Honorem -DEO Et  Patriae  Liberationem-

 

Piero Privitera

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