Come si vive a S. Cristoforo – città storica minore

i cortili, le famiglie ed il welfare    – terza puntata

Chiaro che tutte queste discriminanti ci suggeriscono di  attenzionare be-ne la questione. Se benessere e welfare (termine moderno,ormai inflazio-nato) indicano sistemi di copertura e protezione sociale, che uno Stato dovrebbe disegnare per i cittadini, a S. Cristoforo lo hanno già messo in pratica all’interno dei suoi cortili, da tempo.  Come dire:  cotto ,servito e mangiato! Venite e vedrete.

Fotografiamo, intervistiamo, impariamo ad apprendere, ne usciremo ar-ricchiti culturalmente, moralmente e pieni di una nuova Speranza.

Conoscerete storie di coraggio e sacrifici dai risvolti inimmaginabili.

Troverete altarini, ex-voto, icone e quant’altro anche di religioso. Nono-stante la negatività dell’immaginario quotidiano presentato dalla cronaca (spaccio di droga, scippi, rapine, bullismo, abuso di lavoro minorile ecc.), le famiglie che abbiamo conosciuto e che abi-tano all’interno di questi cortili, non si sono lasciate travolgere dalla rassegnazione, ma hanno contribuito a progettare e costruire il futuro. Sono delle sinapsi fisiologiche, organi di trasmissione, mediazione e controllo tra sogni, bisogni e realtà anelate.  Straordinaria risorsa, di cui ogni paese ha bisogno, la tipica famiglia di S.Cristoforo ha saputo affrontare la crisi del lavoro, quella economico-finanziaria (sconoscono il significato di indice MIBTEL, spread, bund ecc.) nonostan-te paghi, per colpe non proprie e sia ancora provata da antichi squilibri (assenza di fognature, carenza di illuminazione pubblica, spazi e luoghi di socializzazione, mancanza di infrastrutture ecc.). Consuetudini ?

Mettono ancora in atto la classica “fuitina”, perché hanno sempre sostenuto il desiderio della genitorialità, con nume-rosa prole. Sperano sempre, accendono e infondono Speranza agli altri, malgrado la oscurità politica nei loro riguardi. Credono nel riscatto, unico obiettivo di sicuro riferimento, auspicabile e meritato, per un futuro diverso e migliore. Rimane solo da ammirarla questa grande risorsa, mai giustamente apprezzata e riconosciuta abbastanza, la Famiglia !

Curiosità e necessità: non  sarebbe il caso che qualcuno si facesse avanti, per il ripristino delle condizioni di vivibilità e-spresse,  magari candidandosi alle prossime consultazioni, per la Municipalità, nonché per il Comune,onde farsi garante di quanto descritto ?  Occorre un po’ di coraggio, di dignità. Si tratta insomma di metterci la faccia, al resto ci penseran-no gli stessi residenti, cittadini di buona volontà, attaccati ai grandi valori della famiglia, del bene comune e del riscatto sociale. Basterebbe farglielo capire per ripristinare la fiducia nella sana politica ed il consenso che sembra smarrito.

Gustose le denominazioni rinvenute, alcune scritte a mano, per l’assenza di toponomastica: cortile Sparavito, Anguilla, Guanto, Calamaio, MottaPorto, Toro, Canario, Fanale, Cona, Pispisella, Ruota, Agatina, Banca, Gambero, Lionello, Per-gola,Rondinella, Breve, Capinera, Carrozze, Ciliegio, Croce, Giove, Fuochisti, Rubinetto, Pace, Gallinaccio,  Palle, Ostrica, Due Sbocchi, Tre Soci, Quattro Corolle ecc…

Piero Privitera – le precedenti puntate sono state pubblicate: la prima su ad Gentes n.5/maggio 2012 e la seconda su ad Gentes n 6/giugno 2012

Leggi le precedenti puntate

 

Il cavallo RE di San Cristoforo

Chissà quale sia il nesso e le radici storiche,  ma molta gente di S. Cristo-foro vede il cavallo come un idolo, una risorsa,un mezzo molte volte di sostentamento. Numerose sono le stalle nelle viuzze del quartiere per lo piu’ abusive dove questo animale di affezione vive quasi idolatrato.

Il sostentamento del cavallo diventa  un onere per le famiglie,ma  è fatto con grande piacere e sacrifici. Il culto del cavallo inizia da bambino quando i genitori piu’ abbienti regalano un pony e il calessino. Vedi girare per le vie di San Cristoforo questi ragazzi soprattutto il sabato pomeriggio e la domenica mattina scortati dai genitori con le moto.

Inizia così la passione per il cavallo da piccoli.

Certo potrebbe essere una risorsa il cavallo per San Cristoforo e sono numerose le implicazioni economiche e le rica-dute positive per uno sviluppo anche occupazionale. E’ così ? Purtroppo no. Sono tante le illegalità che ruotano attorno a questo animale.

Le corse clandestine con le relative scommesse svolte la mattina prestissimo nelle strade a scorrimento veloce della piana. La macellazione clandestina e la vendita della carne non autorizzata. Gli “arrusti e mangia” di carne di cavallo tan-to cari ai catanesi che potrebbero essere un’attrazione notevole per i turisti se regolati e in norma con le leggi.

Cosa fare ? Puntare sulla legalità soprattutto sulle nuove generazioni, coinvolgendo le scuole e spiegando che l’amore per il cavallo può essere vissuto diversamente e nel rispetto delle regole.


 

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