La dottrina sociale della Chiesa

VIII puntata

precedenti puntate:

I ^    –   premessa ( ad Gentes n. 3 – marzo 2012 )

II^   –   Rerum Novarum ( ad Gentes n. 4 – aprile 2012 )

III^  –  Quadragesimo Anno ( ad Gentes n. 5 – maggio 2012 )

IV^  –  Mit brennender Sorge e Divini Redemptoris ( ad Gentes n. 7/8 – luglio/agosto 2012 )

V^  –  Fulgens Radiatur ( ad Gentes n. 9 – settembre 2012 )

VI^  –  Mater et Magistra ( ad Gentes n. 10 – ottobre 2012 )

VII^  –  Pacem in terris ( ad Gentes n. 11 –novembre 2012 )

 

Il 7 dicembre 1965 Paolo VI ha approvato e pubblicato la costituzione conciliare Gaudium et Spes concludendo così il Concilio Vaticano II.

Nel documento, che era stato dibattuto durante il Concilio risultando non condiviso da una parte  da tutti i vescovi partecipanti (75 su 2.307), non mancano preoccupazioni e timori per lo stacco tra i valori evangelici e la cultura contemporanea, ma la Chiesa non vuole giudicare dall’alto della dottrina l’umanità che ha di fronte, ma vuole comprenderla dal basso ponendosi dentro la storia dell’umanità, non ignorando le luci e le ombre, il positivo e il negativo, ma volendo porsi a fianco dentro il cammino dell’umanità proprio come ha fatto Dio mandando Gesù a condividere in tutto, tranne il peccato, la nostra condizione umana.

La validità del documento ridiede, appunto, nello sforzo di saper vedere il mondo come una componente essenziale del modo di essere Chiesa, cioè del servizio agli uomini. Non si può essere Chiesa senza mettersi in rapporto con questo mondo così amato da Dio.  Ecco la necessità di porre dei segni che dicano concreatamente la presenza di Dio e del suo disegno di salvezza siano interpretabili dagli uomini del tempo. Ed, inoltre, nell’invito ad un’autentica laicità intesa come rispetto del valore dell’uomo e quindi della sua ragione, del metodo scientifico e della conoscenza della realtà e, pertanto, il riconoscimento della suprema dignità della coscienza morale di ciascuno.

 

Allora la Gaudium et Spes da qualcuno venne ritenuta una fuga in avanti, ma era e rimane l’indicazione per riprendere il discorso con l’umanità, per continuarlo, per approfondirlo. Ed è un percorso mai terminato. Il Concilio va rivissuto per queste cose, proprio perchè ci indica come vivere dentro questa realtà storica senza legarci a delle convizioni che sono poi passeggere, ma legandoci soprattutto a ciò che è la Parola di Dio. Noi non dobbiamo fare altro che portare all’uomo d’oggi, in un modo comprensibile ed in un modo vissuto, ciò che la Parola di Dio ci dice per esprimerci, per manifestarci l’amor di Dio che ci vuole come Lui, che non ha bisogno di aspettarci per volerci bene, ma ha già mandato Gesù perchè questo bene possa essere sicuro, possa essere testimoniato, possa essere plausibile, possa essere qualcosa che da speranza alla vita.

8 – continua

 

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