La dottrina sociale della Chiesa

IX puntata

precedenti puntate:

I ^    –   premessa ( ad Gentes n. 3 – marzo 2012 )

II^   –   Rerum Novarum ( ad Gentes n. 4 – aprile 2012 )

III^  –  Quadragesimo Anno ( ad Gentes n. 5 – maggio 2012 )

IV^  –  Mit brennender Sorge e Divini Redemptoris ( ad Gentes n. 7/8 – luglio/agosto 2012 )

V^  –  Fulgens Radiatur ( ad Gentes n. 9 – settembre 2012 )

VI^  –  Mater et Magistra ( ad Gentes n. 10 – ottobre 2012 )

VII^  –  Pacem in terris ( ad Gentes n. 11 – novembre 2012 )

VIII^  –  Gaudium et Spes ( ad Gentes n. 12 – dicembre 2012 )

 

La   Populorum progressio (Lo sviluppo dei popoli)

è l’enciclica sociale scritta da papa Paolo VI

e pubblicata il 26 marzo 1967.

Come già appare chiaro dall’incipit

“Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa. All’indomani del concilio ecumenico Vaticano II, una rinnovata presa di coscienza delle esigenze del messaggio evangelico le impone di mettersi al servizio degli uomini, onde aiutarli a cogliere tutte le dimensioni di tale grave problema e convincerli dell’urgenza di un’azione solidale in questa svolta della storia dell’umanità.”

l’enciclica è dedicata alla cooperazione tra i popoli e al problema dei paesi in via di sviluppo.

In essa vi è la denuncia dell’aggravarsi dello squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, la critica al neocolonialismo e il diritto di tutti i popoli al benessere. È inoltre presente una critica al capitalismo e al collettivismo marxista.

 

L’enciclica propone infine la creazione di un fondo mondiale per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo perché esiste un legame inscindibile tra lo sviluppo e la promozione dell’uomo e della famiglia umana.

Perchè

Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. […] Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione.” (§ 14-15)

 

Un documento di grande portata storica che già allora, nel pensiero sociale della Chiesa, fu visto come “genuinamente rivoluzionario”, capace di guardare in faccia ai problemi mondiali, denunciandone le contraddizioni e i compromessi, ma indicando anche soluzioni coraggiose, alcune realizzate, altre rimaste inattese.

 

9 – continua

 

 

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